Il marchio “Made in Italy” è conosciuto e ammirato in tutto il mondo. Rappresenta la qualità, l’artigianalità, il gusto e il genio italiano. Tuttavia, non è sempre stato sufficientemente protetto e valorizzato. Con la Legge 206/2023, i gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia hanno voluto cambiare rotta.
E’ stato messo in campo un piano organico per proteggere, valorizzare e trasmettere il sapere italiano. Un passo per ridare forza all’economia reale e al legame tra identità, lavoro e territorio. Come ha detto la Presidente Giorgia Meloni: “Abbiamo il dovere di difendere quello che rende l’Italia unica nel mondo”. Vediamo cosa prevedeva la situazione prima, cosa introduce la nuova legge e come cambia la vita concreta di cittadini e imprese.
Un fondo da 1 miliardo per aiutare le imprese italiane
Prima di questa legge, le imprese italiane si trovavano spesso sole ad affrontare le sfide della globalizzazione e della concorrenza estera. I fondi pubblici erano frammentati e poco accessibili. E’ stato istituito il Fondo sovrano per il Made in Italy. Numeri alla mano, 1 miliardo di euro per sostenere le filiere strategiche nazionali. E 10 milioni destinati a donne che vogliono avviare un’impresa.
Un esempio concreto? Un piccolo produttore di ceramica artistica in Umbria può ricevere finanziamenti per innovare il laboratorio, partecipare a fiere internazionali o espandersi sui mercati esteri. Questo è stato il punto di partenza scandito dalla legge Legge 206/2023. Lo testimonia l’articolo di approfondimento “Più fondi per il Made in Italy: la Manovra Meloni investe sull’identità produttiva italiana”.
Il liceo del Made in Italy: formazione su misura per i giovani
L’istruzione tecnica e professionale era spesso trascurata e i giovani faticavano a trovare percorsi formativi legati alle realtà produttive locali. Con questa legge è stato istituito il Liceo del Made in Italy. Si tratta di un percorso scolastico pensato per trasmettere ai ragazzi conoscenze su economia, diritto, cultura d’impresa e tradizioni italiane. Così, ad esempio, una studentessa appassionata di moda potrà studiare design e marketing legato all’abbigliamento italiano, preparandosi a lavorare in aziende del settore.
Lotta alla contraffazione: regole più dure per difendere i prodotti veri
I prodotti contraffatti circolavano con troppa facilità. Le sanzioni erano deboli, i controlli lenti e poco efficaci. La legge ha introdotto pene più severe per chi vende, detiene o produce merci false. Vengono anche potenziati i controlli e l’uso di tecnologie come la blockchain per tracciare l’origine dei prodotti.
Esempio concreto: immaginiamo una mozzarella venduta con etichetta “Made in Italy”. Con la blockchain, chi compra può scansionare un codice e vedere dove è stata munta la mucca, dove è stato fatto il formaggio e quando è stato spedito. È come avere un passaporto digitale del prodotto che racconta la sua storia.
Una giornata nazionale per celebrare l’eccellenza italiana
Non c’è mai stata una giornata dedicata al Made in Italy. Risultato: le nostre eccellenze passavano inosservate o erano date per scontate. Ebbene, il 15 aprile è diventata la Giornata Nazionale del Made in Italy, in onore della nascita di Leonardo da Vinci. Un momento per raccontare, nelle scuole e nei media, il valore del lavoro italiano e delle sue tradizioni. Le scuole potranno organizzare mostre, visite in aziende locali o lezioni tematiche su cibo, arte e moda italiana.
Più valore alle imprese culturali e creative
Chi lavorava nel mondo della cultura, dell’artigianato e della creatività spesso non veniva considerato un vero imprenditore. C’erano pochi aiuti e poco riconoscimento. Oggi c’è un albo per le imprese culturali e creative, con un fondo dedicato e un piano strategico nazionale. Vengono anche sostenute fiere e iniziative all’estero. Un giovane illustratore che lavora tra arte e moda, ad esempio, potrà accedere a fondi per promuovere il proprio marchio in una fiera a Parigi.
Un marchio ufficiale per garantire l’origine italiana
Chiunque poteva scrivere “Made in Italy” su un’etichetta, anche se il prodotto era solo assemblato in Italia con materiali esteri. Oggi no. La legge prevede un contrassegno ufficiale e volontario che certifica l’autentica origine italiana del prodotto. Le nuove tecnologie aiuteranno i consumatori a sapere da dove arriva quello che comprano. Un acquirente può scansionare un codice sul pacco di pasta e verificare che il grano sia coltivato e lavorato in Italia.
L’eccellenza made in italy conquista i mercati globali
Queste azioni concrete, supportate dal dinamismo in politica estera di Giorgia Meloni, hanno permesso all’Italia di superare il Giappone nelle esportazioni mondiali. Siamo il quarto esportatore al mondo (non considerando i Paesi Bassi che esportano principalmente merci in transito).
In particolare, i gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia hanno lavorato per l’aumento del valore dell’export verso tutti i principali partner commerciali internazionali. Ha rifinanziato il Fondo per le imprese esportatrici con 545 milioni per il 2023. Ha approvato il Piano strategico annuale e il Piano previsionale dei fabbisogni finanziari del Fondo 295 per promuovere le esportazioni e l’internazionalizzazione delle imprese italiane: E ha lanciato il sito per l’attrazione di investimenti esteri in Italia www.investinitaly.gov.it.
Ebbene, nel 2023, per la prima volta in almeno 20 anni, l’Italia è stata la sesta potenza esportatrice a livello globale. Un fuoco di paglia? Un riscaldamento. Nel primo semestre del 2024, infatti, le esportazioni dell’Italia hanno superato, come detto in precedenza, quelle del Giappone. Noi siamo la quarta nazione al mondo. Il saldo commerciale, negativo per 34 miliardi di euro nel 2022, è tornato positivo nel 2023 per 34,4 miliardi.
Ecco l’aumento del valore delle esportazioni verso (dati ISTAT – 19 mesi prima e dopo Governo Meloni):
- Stati Uniti +16,6% (+15,5 miliardi di euro);
- Francia +8,6% (+8 miliardi);
- Turchia +35,8% (+6,5 miliardi);
- Spagna +13,5% (+6,3 miliardi);
- Cina +14,1% (+3,6 miliardi);
- Svizzera +6,5% (+2,9 miliardi);
- Paesi Bassi +10,7% (+2,9 miliardi).